Ep. 2 - Gaetano Cinque e "Susanna e i vecchioni"


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Apr 27 2020 10 mins   1
Per il secondo episodio di Vitamina L siamo in compagnia di Gaetano Cinque, autore partenopeo ma che vive ormai da tanti anni a Brescia. Ha al suo attivo tantissime pubblicazioni a partire dal 2014. Con Giovane Holden ha pubblicato diversi titoli tra cui "Una rivoluzione quasi perfetta", "Una sana follia", "Diario minimo di uno scrittore esordiente", "Il romanzo di Diotima", "Padri e figli" e la racconta di racconti "Susanna e i vecchioni", uscito nel febbraio 2020.
Gaetano, oltre a parlarci del suo romanzo, risponde a 5 domande tratte dal Questionario di Proust.

Giovane Holden Edizioni | www.giovaneholden.it

Sinossi "Susanna e i vecchioni":
Sei racconti diversi per contesto e per ispirazione: dal mito, interpretato nella sua complessità intellettuale, a situazioni della vita comune, dove semplici deviazioni dalla schematicità quotidiana danno il là a riflessioni universali di spietata incisività.
La leggenda biblica di Susanna e i vecchioni viene analizzata dal punto di vista dei due anziani protagonisti, che assumono la pienezza di personaggi completi, dominati, a dispetto della loro età, da un eros inarginabile: la concupiscenza della giovane è ciò che dà loro lo spunto per una serrata indagine sociale sul ruolo e sui bisogni dell’anziano.
Negli altri quadri narrativi il contemporaneo realistico iniziale viene presto superato verso una lettura più filosofica. Tutto orbita attorno al basilare concetto della libertà degli individui e al senso profondo della loro responsabilità. Nei temi attualissimi della diversità, della sessualità, della considerazione di se stessi e degli altri, attraverso l’imposizione di una teoria di regole manifestamente incompatibili con gli intimi desideri di ognuno, vengono di fatto represse le possibilità di affermazione umanistica dei singoli, elemento però fondamentale per una società armonica ed equilibrata.
Quelle che Gaetano Cinque giunge a delineare attraverso i suoi personaggi sono delle vere rivoluzioni. E se sulle prime l’abbandonare certe consuete piste del pensiero può apparire sconveniente, non si fa poi troppa fatica a capire quanto illuminante possa essere saper riconoscere i lacci con cui la morale, il timore o solo la consuetudine limitano le nostre esistenze.