Quando Kamala Harris difese in tribunale Planned Parenthood


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Aug 06 2024 8 mins  
VIDEO: "Siamo bravissimi a ottenere cuore, polmone e fegato" ➜ https://www.youtube.com/watch?v=2gAqzo8CSN4&list=PLolpIV2TSebVzYmc5B11R08Qd2ib0ZEgL

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7874

QUANDO KAMALA HARRIS DIFESE IN TRIBUNALE PLANNED PARENTHOOD di Manuela Antonacci
È in atto, ormai, la sua "canonizzazione" e da diversi giorni. E non si tratta di qualche religioso distintosi per le virtù eroiche, ma niente meno che di Kamala Harris, per la quale si è attivata la grancassa mediatica, non solo d'Oltralpe ma anche nazionale: «Già in vantaggio di due punti», riportava ieri con toni trionfanti il Corriere della Sera in prima pagina. Era già balzata agli onori della cronaca per essere diventata la prima vicepresidente "addirittura" donna, "addirittura" asiatica e "addirittura" afroamericana (per chi non lo sapesse, nuove "righe importanti" da aggiungere sul proprio curriculum, nel caso dovesse servire).
Eppure qualche scheletrino nell'armadio ce l'ha anche Kamala Harris: e neppure così trascurabile. Ma prima di rovistare nel suo recente passato, partiamo dall'ultimo attacco sferrato da Kamala contro Trump, a Milwaukee, durante il suo primo comizio elettorale in cui ha paragonato il tycoon ai truffatori e predatori che in passato, quando era procuratrice, ha più volte perseguito. E parliamone, della sua attività di procuratrice, sbandierata come motivo di vanto e come arma contro Trump perché c'è una "vecchia storia" che riguarda questo suo importante incarico e che attualmente si tiene ben celata, ma che, per amore di verità andrebbe veramente ricordata, per avere una chiara idea della sua "statura politica".
Ci riferiamo al fattaccio accaduto qualche anno fa, quando l'associazione Center for Medical Progress, lanciò un'indagine su Planned Parenthood che mise in evidenza lo scandalo grande, ad opera dell'organizzazione abortista, del commercio di feti umani, venduti anche a pezzi, a laboratori compiacenti. Tutto questo venne documentato grazie a video girati di nascosto tra il 2014 e il 2015 dagli attivisti pro life David Daleiden e Sandra Merritt, video nei quali si vedono manager della Planned Parenthood discutere di vendita di tessuti e organi fetali e di altre pratiche disumane e illegali come gli aborti a nascita parziale.
Ma indovinate un po' su chi Kamala Harris cominciò ad indagare? Su Planned Parenthood? No! Sul Center for Medical Progress e in particolare proprio sul giornalista David Daleiden, la cui casa venne perquisita, perché - come annunciò la Harris - doveva accertarsi personalmente che «non avesse infranto qualche legge». Criterio investigativo che generò non poche perplessità, al punto da scatenare un'ondata di indignazione generale, in particolare da parte dei gruppi pro life, tra cui l'associazione Susan B. Anthony che chiese a gran voce le dimissioni della Harris come procuratore generale della California accusandola di «conflitto di interessi e abuso di potere».
«Abuso di potere» evidentemente perché, come sottolineò all'epoca dei fatti proprio Daledein, l'azione mossa contro di lui aveva più che altro il sapore di un «gesto intimidatorio». «Conflitto di interessi», invece, nei confronti di Planned Parenthood, a causa di una serie di email che documentano come Kamala Harris e il colosso abortista abbiano in sostanza scritto delle leggi insieme, per imbavagliare il movimento pro-life. Sta di fatto che la storia, alla fine, si risolse in un nulla di fatto, per il rifiuto della procuratrice di indagare sull'organizzazione abortista. [...] Una vecchia storia, sì, ma che la dice lunga sul candidata democratica in corsa alla Casa Bianca...
Nota di BastaBugie: David Daleiden, attivista pro-life fin dall'adolescenza, mentre frequentava l'università scoprì che sul finire degli anni '90 l'associazione Life dynamics realizzò un'inchiesta sotto copertura sul traffico di organi di bambini dalle cliniche abortive verso enti di ricerca pubblici e privati ma, in un'era in cui internet era poco utilizzato, i media ne parlarono solo per un paio di giorni.
Subito dopo la laurea David intraprese un'inchiesta sotto copertura che durò circa 18 mesi, che iniziò con la registrazione alla camera di commercio della California di una società di vendita di materiale biologico. Lui e altri cinque attivisti, usando false identità, bussarono alle porte di Planned Parenthood, la più grande catena al mondo di cliniche abortive, offrendosi come grossisti. "Non credevo che sarebbe stato così facile entrare nel giro ma è bastato far loro dei complimenti e offrire facili guadagni" ha dichiarato dopo il rilascio dei video nel 2015. Ne sono seguite due inchieste parlamentari che hanno dato mandato all'FBI e al ministero della giustizia di mettere sotto inchiesta sia Planned Parenthood che le altre società di vendita di organi e una di queste, Da Vinci Biosciences, è già stata condannata da un tribunale a chiudere e a pagare una multa pari ai suoi guadagni illeciti, di circa 7,8 milioni.
Planned Parenthood ha perso molti dei suoi finanziamenti statali e dei suoi clienti; in vari documenti della Open society foundation di George Soros diffusi da alcuni hacker si legge che la catena si rivolse a loro per avere soldi e aiuti nell'attività di lobby politica e mediatica. Planned Parenthood fattura ogni anno circa 1,3 miliardi, riceve milioni di finanziamenti pubblici con cui paga le campagne elettorali di politici, procuratori generali e giudici. Per vendicarsi di David e dei suoi colleghi li ha portati in tribunale con le accuse di mancato rispetto della privacy e degli accordi di riservatezza ma le ha ritirate prima che fosse necessario testimoniare sotto giuramento.
Tutte le dipendenti di Planned Parenthood che compaiono in questi video sono state licenziate o trasferite in altri stati. Otto mesi dopo la diffusione di questi video l'allora procuratore generale di San Francisco Kamala Harris (che aveva ricevuto finanziamenti elettorali da Planned Parenthood) ordinò alla polizia di perquisire la casa di David e di sequestrare i suoi pc, chiavette e materiale raccolto durante l'inchiesta.
Nel novembre 2019 David e i suoi collaboratori e finanziatori sono stati condannati a risarcire Planned Parenthood con oltre 2 milioni di dollari (in una causa civile il cui giudice è fondatore di un consultorio che ospita una clinica di Planned Parenthood) e sono sotto inchiesta per una decina di accuse di reati penali. Un'ordinanza di un giudice impedisce il rilascio di altre dodici ore di video dell'inchiesta. [...]
L'aborto a nascita parziale consiste nell'omicidio di un bambino mentre ha ancora la testa nel canale vaginale della madre, di solito tramite accoltellamento alla base del collo. È illegale dal 2003 ma in questi video le dottoresse ammettono che lo fanno ancora perché se uccidono il bambino con un'iniezione intrauterina di digossina gli organi non sono utilizzabili dai ricercatori. La legge USA vieta la vendita di organi fetali se c'è profitto, ma permette che "i grossisti" rimborsino le cliniche per l'uso dei loro laboratori e per il trasporto e spedizione, cose che in realtà sono i grossisti stessi a fare.
I video seguenti sono la versione riveduta e corretta di quello che è stato pubblicato dal canale YouTube "Video di bioetica" nel 2015. La persona che lo tradusse ne rimase sconvolta, fece un lavoro veloce e approssimativo sotto tutti i punti di vista, e per anni non è più riuscita a rivederlo. Lo ha fatto nel 2019 per onorare Holly O'Donnell, la ex dipendente di Stemexpress che ha giocato un ruolo importantissimo in questa inchiesta e che è morta il 30 settembre 2018 per problemi cardiaci a soli 28 anni. Holly pagò un prezzo altissimo per il suo coraggio: particolari intimi della sua vita vennero dati in pasto alla stampa, non riuscì più a trovare lavoro e per un periodo visse in mezzo a una strada. Il movimento pro-life non le ha mai dato il riconoscimento e l'aiuto che meritava. (Fonte: Video di bioetica)