Ranavalona del Madagascar


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Oct 04 2024 26 mins   30
La regina crudele?

In occasione della terza edizione del Podfest di Parma, Gocce di Storia ha avuto il suo debutto dal vivo e lo abbiamo affrontato parlando di un paese poco noto alle cronache: il Madagascar. Questa è la registrazione di quella folle, adrenalinica e meravigliosa mezz’ora passata sul palco.


Il regno di Ranavalona, detta Ramavo, si può riassumere nella domanda “Il fine giustifica i mezzi?”


Salita al potere quando l’influenza europea nel Madagascar iniziava a essere forte e con il potenziale di occidentalizzare l’isola, Ramavo scelse di chiudersi a ogni influenza esterna che fosse economica, culturale o religiosa a scapito delle proprie campagne di espansione territoriale, delle casse dello Stato e del benessere della popolazione, in favore del ripristino di vecchie usanze (alcune decisamente barbare) e di una totale quanto irraggiungibile indipendenza economica e militare.


La risposta alla domanda iniziale noi non l’abbiamo. Il regno di Ramavo è un susseguirsi di scelte coraggiose o folli, di colpi di stato, di omicidi sanguinosi, e di giochi politici che dipingono un quadro in cui è difficile dire se Ramavo avesse davvero capito che gli europei sarebbero stati la causa della fine dell’indipendenza dei malgasci o fosse, semplicemente, una donna orgogliosa con una certa vena di crudeltà.




Fonti bibliografiche


  • Keith Laidler “Female Caligula: Ranavalona the Mad Queen of Madagscar” John Wiley &Sons, (Londra, 2005)


Musiche usate per la puntata


La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.


Immagine di copertina

La regina Ranavalona I (riportata nell’immagine con il nome alternativo di “Ranavalo Manjaka”) nel 1875 circa. Incisione su legno di H. Linton. Fonte: Wikimedia commons

Altre immagini

Il figlio Rakoto (poi re Radama II) nel 1861. Foto di William Ellis. La Trobe Picture Collection. Fonte: Wikimedia commons.

Joseph-François Lambert (incisione di Henri Le Chartier & G. Pellerin, 1888). Fonte: Wikimedia commons.