Le previsioni sull'economia mondiale di Onu e Fmi coincidono nella previsione di una crescita che resta modesta, attestandosi all'incirca al 3 per cento per il 2025. E in entrambi le incertezze sono connesse alle attese delle politiche economiche e commerciali che metterà in campo l'amministrazione Trump. L'economia Usa conserverà comunque il suo vantaggio, poiché può contare su una capacità di rinnovamento tecnologico e sull'impulso dato dall'amministrazione Biden. Con ogni probabilità le politiche di Trump (deregolamentazione, detassazione, innalzamento delle tariffe connesse alla guerra commerciale) consentiranno in una prima fase una spinta al consolidamento della crescita Usa. Ma è altrettanto probabile che in seguito emergano le contradddizioni insite in queste politiche. Per quel che riguarda l'Europa, i due rapporti escludono la possibilità di una recessione. La crescita oscillerà intorno all'1,3 per cento. Si conferma il dato postivo delle economie del Sud Europa come Spagna, Portogallo e Grecia. Ma quel che continua a zavorrare l'Ue è la frammentazione dei mercati finanziari, che impedisce investimenti decisivi per lo sviluppo dei settori innovativi. Continua ad arrancare la Cina per via della debolezza dei consumi del mercato interno. Restano alti i rischi connessi all'esportazione sul continente europeo del surplus di merci che troverà ostacoli tariffari sul fronte Usa