“Io stessa lo racconto, lo vedo. E penso che non sia possibile essere sopravvissuti a cose simili. Vedo e sento. Ma voi, voi vedete?” In tutta la vita del dopo, Ginette Kolinka ha visto e sentito in modo diverso. Diverso, da prima. Prima della guerra, prima dei nazisti, prima di Birkenau e prima della perdita di quello che era. Il bisogno di ricordare, di rivivere e di condividere quello che ha vissuto inizia per caso e dopo una telefonata della Fondazione Schindler. Da allora, Ginette Kolinka non ha mai smesso di accompagnare i giovani a vedere e sentire quello che è stato. Direttamente tra quelle baracche del campo di Birkenau, dove lei, alla loro età, è stata schiava, affamata e violata nella sua intimità.