Il 2015 inserisce un nuovo tassello nella storia cinese. Pechino antepone l’esigenza di stimolare la propria crescita economica alla stabilità. Ad agosto, la Banca Popolare Cinese svaluta il renminbi del 3%, l’intervento più significativo dal 1994. I timori de mercati si riaccendono, avvertendo dietro tale mossa l’avvisaglia di una debolezza strutturale. Chi ha l’ultima parola, il governo o l’economia?