Nell'autunno del 2020, quando l'Inter di Antonio Conte li ha incontrati nel girone di Champions League, i tifosi del Borussia Monchengladbach hanno tenuto un comportamento un po' insolito, quasi eccessivo per i luoghi comuni di una curva del Nord Europa. Si sono radunati sotto l'hotel dell'Inter fino alle 4 del mattino, cantando cori e sparando fuochi d'artificio per tenerli svegli, e a un certo punto hanno esposto uno striscione: “Ricordati Inter: things go better with Coke”. Le cose vanno meglio con una Coca-Cola. Che strano. Guerrilla marketing? Pubblicità nemmeno tanto occulta? O è una battuta? E dov'è la battuta? Per capire l'inside joke, bisogna conoscere la storia. Una storia di quasi 50 anni prima. Nell'ottobre del 1971 il mondo ascolta per la prima volta “Imagine” di John Lennon, ma poi non sempre si comporta di conseguenza. Anche il mondo del calcio, anzi l'Europa del calcio, che si fa avvelenare da una battaglia legale senza precedenti. Il 20 ottobre 1971 l'Inter va a giocare a Monchengladbach la partita d'andata degli ottavi di Coppa dei Campioni, contro un Borussia travolgente che trionfa 7-1: ma l'Inter di fatto si è fermata dopo mezz'ora, quando Boninsegna è stato colpito da una lattina di Coca Cola lanciata dagli spalti, è stato portato fuori in barella e naturalmente è stato sostituito. Convinti di avere già partita vinta a tavolino, i giocatori dell'Inter hanno alzato le braccia dal manubrio e si sono lasciati sommergere. Ma a fine partita, con grande sorpresa, i dirigenti nerazzurri scoprono che i codici europei non funzionano come quelli italiani, e che non c'è alcun punto del regolamento che norma una situazione del genere. Insomma, varrà il risultato del campo: e l'Inter si è inconsapevolmente lasciata andare. 7-1. Bel guaio. E come si dice in questi casi? Ah sì: Better Call Prisco.