Una rivolta sociale è ancora possibile?
Lo sciopero generale di Cgil, Uil e delle altre sigle sindacali di base ha portato in decine di piazze italiane circa 500mila persone. Maurizio Landini ha detto di voler “rivoltare come un guanto il paese”, ma che per farlo c’è bisogno della partecipazione di tutti. Lo sciopero di oggi è stato indetto, infatti, anche per chi scioperare non può, per chi è precario e non garantito. Nonostante i bisogni siano urgenti più che mai, tanti lavoratori preferiscono non scioperare o non si sentono chiamati in causa.
Ma in una società – che per quanto riguarda il lavoro – è sempre più individualista e frammentata da decenni di precariato, esiste ancora una dimensione collettiva? E come la si allarga?
L’Orizzonte delle Venti ne ha parlato con Nadia Garbellini, professoressa di economia politica all’università di Modena e Reggio Emilia, Marco Furfaro, responsabile iniziative politiche, contrasto alle diseguaglianze e welfare del PD, e Massimo Alberti. A cura di Mattia Guastafierro.
Lo sciopero generale di Cgil, Uil e delle altre sigle sindacali di base ha portato in decine di piazze italiane circa 500mila persone. Maurizio Landini ha detto di voler “rivoltare come un guanto il paese”, ma che per farlo c’è bisogno della partecipazione di tutti. Lo sciopero di oggi è stato indetto, infatti, anche per chi scioperare non può, per chi è precario e non garantito. Nonostante i bisogni siano urgenti più che mai, tanti lavoratori preferiscono non scioperare o non si sentono chiamati in causa.
Ma in una società – che per quanto riguarda il lavoro – è sempre più individualista e frammentata da decenni di precariato, esiste ancora una dimensione collettiva? E come la si allarga?
L’Orizzonte delle Venti ne ha parlato con Nadia Garbellini, professoressa di economia politica all’università di Modena e Reggio Emilia, Marco Furfaro, responsabile iniziative politiche, contrasto alle diseguaglianze e welfare del PD, e Massimo Alberti. A cura di Mattia Guastafierro.