Nel maggio 1978 la Commissione Igiene e Sanità del Senato approva, senza passare dall’Aula, la legge 180, che impedisce la creazione di nuovi manicomi, chiude quelli esistenti e affida il trattamento delle infermità psichiche ai Centri di Salute Mentale territoriali. Un’alternativa agli ospedali psichiatrici, quindi, esiste, ma va costruita. E Franco Basaglia, che era stato il principale artefice di quella legge, viene chiamato a Roma per provare a farlo in una grande realtà, ben lontana dalle esperienze-pilota di Trieste, Arezzo e Perugia.
Pochi mesi dopo, però, il 29 agosto 1980, Basaglia muore, a soli 56 anni, per un tumore cerebrale fulminante. I collaboratori che lo avevano seguito da Trieste in quella sfida romana restano letteralmente orfani, ma approfittano del disinteresse delle istituzioni nei confronti della riforma e, tra le tante iniziative, occupano in modo rocambolesco una casa di proprietà del Comune in via Baccina. Qui esiste tuttora un gruppo appartamento all’avanguardia che noi abbiamo potuto visitare, incontrando gli utenti, grazie a un permesso speciale.
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