Il concetto di “selvatico” trascende la semplice definizione di ciò che è naturale e incontrollabile. Esso è un luogo liminale, una sorta di soglia tra due mondi: quello della natura incontaminata e quello della cultura umana. Questo spazio intermedio è caratterizzato da una complessità e da una dinamicità che lo rendono particolarmente affascinante e ricco di significati.
Il selvatico è il luogo dove natura e cultura si incontrano e si scontrano. È un territorio in cui le leggi della natura coesistono con le impronte dell’attività umana, creando un mosaico di segni e tracce che sfumano l’uno nell’altro. Il selvatico è spesso associato al caos, all’imprevedibilità e all’insidia. Nella storia delle diverse culture, il selvatico è stato spesso considerato un luogo sacro, abitato da spiriti e divinità. Allo stesso tempo, è stato anche visto come un luogo pericoloso e profano, da cui allontanarsi.
Il dossier di Alphaville ci fa immergere oggi nel selvaggio che sta dentro di noi, ma solo come possibilità, da rendere attuale attraverso una riflessione sul nostro sguardo. Vedere il mondo non è infatti un’attività neutra, senza conseguenze su come concepiamo la realtà, gli altri e le cose. È un percorso piuttosto vertiginoso, che ci spinge verso i confini del visibile e che abbiamo battuto insieme al filosofo Felice Cimatti, autore del libro L’occhio selvaggio. Sul lasciarsi vedere, pubblicato per Quodlibet.