BOLOGNA FESTIVAL PODCAST

Un giovane pianista di grande talento, Claude Debussy, irrompe nella vita della baronessa. E’ uno dei tanti episodi di vita testimoniato da questo immenso epistolario: 13.000 lettere scambiate tra due persone che non si incontrarono mai. Il 1890 segna la fine di questa relazione epistolare: una conclusione improvvisa quanto misteriosa, l’epilogo di una relazione platonica e la

La Sinfonia n.4, dedicata alla baronessa Nadežda von Meck, viene eseguita in pubblico il 22 febbraio 1878. Nelle sue lettere Čajkovskij rivela l’origine programmatica di questo capolavoro, dove ha voluto rappresentare l’idea di un fato che contrasta il raggiungimento della felicità in amore. Una rivelazione travolgente per la baronessa. Il pianista Stefano Campanini esegue a

Il 6 ottobre 1877, dopo pochi mesi di matrimonio, Čajkovskij lascia Antonina Miliukova. Fugge dalla Russia e si reca in Europa, dove nascono le prime difficoltà economiche. Gli viene in aiuto la baronessa, con un vitalizio di 6000 rubli annui. La loro relazione diventa sempre più intima e profonda. La rassegna Carteggi Musicali di Bologna Festival, sfogliando gli scritti e gli e

Il 15 luglio 1877 Čajkovskij scrive all’amica baronessa che sposerà Antonina Miliukova, giovane allieva che si è dichiarata perdutamente innamorata della sua arte. Le nozze, in realtà, furono un modo per occultare agli occhi della società la sua omosessualità. Le ultime tre Sinfonie raccontano questo turbamento vissuto dal compositore: il contrasto tra l’essere e il dover

Sono 13.000 le lettere scambiate tra il compositore e la baronessa, che trovò in Čajkovskij un’ideale anima gemella. Per lui fu un periodo molto florido, segnato dalla creazione di diverse opere, tra cui la Quarta Sinfonia. Un lavoro indissolubilmente legato alla sua più intima confidente, la baronessa, con una dedica estremamente eloquente: «Al mio migliore amico». La rasse

Il primo scambio di lettere tra Čajkovskij e la baronessa Nadežda von Meck, grande appassionata di musica che amava circondarsi di raffinati musicisti, risale al dicembre 1876. Sono parte di quell’immenso romanzo epistolare che fu l’esistenza del compositore russo, per lungo tempo ricostruita da biografi che hanno accuratamente omesso gli aspetti più «oscuri» della sua vit

L’epistolario di una vita, immenso, quotidiano, quasi fosse un diario intimo. Nelle sue lettere Šostakovič annota riflessioni musicali, parla dei difficili rapporti con il regime, racconta del viaggio a New York e del viaggio a Lipsia per le celebrazioni bachiane, fonte di ispirazione dei suoi Preludi e fughe op. 87. La pianista Albertina Dalla Chiara ne esegue il n.1, n.2 e n.

L’ultimo atto della vita di Puccini e l’ultimo capolavoro, l’incompiuta «Turandot». Puccini ne aveva definito l’intero piano drammaturgico, con tanto di «bacio moderno» dei protagonisti, in stile cinematografico. L’avanzare della malattia e i timori di non riuscire a terminare l’opera. Sarà Toscanini a dirigere la prima di Turandot, incompleta, nel 1926 al Teatro a

«Anelo qualcosa di grande, di nuovo, di emozionante e di non mai visto» scrive Puccini in una lettera ad Illica. Nasce così «La fanciulla del West», opera di assoluta modernità. La rassegna Carteggi Musicali di Bologna Festival, sfogliando gli scritti e gli epistolari dei grandi compositori, ne scopre l’umanità, gli aspetti più intimi e meno conosciuti del carattere. Conv

Operista al passo coi tempi, Puccini è un uomo dal carattere inquieto, amante della velocità e delle macchine, mai soddisfatto dei soggetti delle sue opera e sempre alla ricerca di nuove fonti di ispirazione. Sensibile alle nuove forme di comunicazione diviene autore di pubblicità e testimonial di successo con la sua voce e le sue opere. Con il film «Un giorno con Puccini» inc