Cosa significa, oggi, essere «verdi» in Europa? In Austria gli attivisti per il clima come Lena Schilling entrano nel partito dei Verdi, che ha quarant’anni di storia, mentre gli ex studenti dei Fridays for Future, a cinque anni dagli scioperi scolastici, si alleano con i sindacati e gli autisti dei mezzi pubblici. Ma c’è anche il «fianco radicale», incarnato dal movimento Ultima Generazione, che cerca di scuotere il dibattito politico con azioni «antipatiche», imbrattando i quadri o bloccando strade. Nei Paesi Bassi, secondo esportatore di prodotti agricoli al mondo, gli allevatori si oppongono alle rigide regole fissate dai politici di città «lontani dalla campagna», che prevedrebbero l’abbattimento di circa la metà dei capi di bestiame, sostenendo un partito nuovo come il BBB, il movimento dei contadini cittadini. Qui il termine «polder», oltre ai terreni sottratti al mare, può riferirsi al pragmatismo di trovare soluzioni: scientifiche o di compromesso. Un modello, oggi in crisi, da cui i Paesi Bassi — e l’Europa — possono ripartire.
Con Alessandra Coppola, Marilisa Palumbo, Matteo Castellucci.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.
Con Alessandra Coppola, Marilisa Palumbo, Matteo Castellucci.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.