Il dialogo con la gente contadina di Revelli incomincia con la primavera del 1941.
Testimonianze di cultura contadina, la pianura, la collina, la montagna, le Langhe: la fame, il lavoro infantile, l'immigrazione, la convivenza tra partigiani e nazi fascisti.
E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo: l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che figura il paesaggio, nei racconti dei 270 intervistati da Revelli.
La Collina: Testimonianze di vita contadina
Margherita Lovera, detta nota ‘d Battistin ‘d Rea, nata a Borgo San Dalmazzo, classe 1895, contadina e tessitrice.
Sono una bulgarina, ossia nativa di borgo San Dalmazzo.
Abitavamo in un ex convento di frati, sulla via per Demonte, nella piana, a Tetti Deo.
Quattordici in famiglia, nove maschi e cinque femmine.
Ma ne sono morti cinque da piccoli, non si sa di quale malattia, in due o tre giorni morivano.
Ero la più giovane dei viventi.
Terra ne avevamo quattro giornate, due giornate erano di mio padre e due erano la dote di mia madre.
A 9 anni ho preso ad andare da manuala, a raccogliere le castagne.
Sa quanto mi davano? Quattro soldi al giorno.
A mezzogiorno mangiavamo sempre la polenta, se non si faceva la polenta non era pranzo.
Trecentosessantacinque polente all'anno.
Alla sera tagliatelle al latte o minestrone.
La carne due volte l'anno, a Pasqua e Natale.
Eravamo tutti i grassi così, e mai male a un'unghia.
Vestiti alla meno peggio. Siamo sempre stati ben puliti ma rattoppati.
Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Il mondo dei vinti» https://penisolabella.blogspot.com/2024/10/audiolibro-il-mondo-dei-vinti-di-nuto.html
Testimonianze di cultura contadina, la pianura, la collina, la montagna, le Langhe: la fame, il lavoro infantile, l'immigrazione, la convivenza tra partigiani e nazi fascisti.
E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo: l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che figura il paesaggio, nei racconti dei 270 intervistati da Revelli.
La Collina: Testimonianze di vita contadina
Margherita Lovera, detta nota ‘d Battistin ‘d Rea, nata a Borgo San Dalmazzo, classe 1895, contadina e tessitrice.
Sono una bulgarina, ossia nativa di borgo San Dalmazzo.
Abitavamo in un ex convento di frati, sulla via per Demonte, nella piana, a Tetti Deo.
Quattordici in famiglia, nove maschi e cinque femmine.
Ma ne sono morti cinque da piccoli, non si sa di quale malattia, in due o tre giorni morivano.
Ero la più giovane dei viventi.
Terra ne avevamo quattro giornate, due giornate erano di mio padre e due erano la dote di mia madre.
A 9 anni ho preso ad andare da manuala, a raccogliere le castagne.
Sa quanto mi davano? Quattro soldi al giorno.
A mezzogiorno mangiavamo sempre la polenta, se non si faceva la polenta non era pranzo.
Trecentosessantacinque polente all'anno.
Alla sera tagliatelle al latte o minestrone.
La carne due volte l'anno, a Pasqua e Natale.
Eravamo tutti i grassi così, e mai male a un'unghia.
Vestiti alla meno peggio. Siamo sempre stati ben puliti ma rattoppati.
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