Il dialogo con la gente contadina di Revelli incomincia con la primavera del 1941.
Testimonianze di cultura contadina, la pianura, la collina, la montagna, le Langhe: la fame, il lavoro infantile, l'immigrazione, la convivenza tra partigiani e nazi fascisti.
E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo: l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che figura il paesaggio, nei racconti dei 270 intervistati da Revelli.
La Collina: Testimonianze di vita contadina
Giuseppe Bruna, nato a Vignolo, classe 1898, contadino.
Avevo nemmeno 18 anni, non mi facevo ancora nemmeno la barba, e mi chiamano a fare il soldato negli alpini.
Eh, la guerra!
Noi altri avevamo l'interesse della guerra?
Gli ufficiali ci parlavano della patria, noi altri quando potevamo avere la licenza e venire a casa la patria era quella lì.
Poi è venuto l'armistizio, ero Feltre con la 59ª divisione, alle sei del pomeriggio è arrivato un portaordini con la bandiera bianca.
Arrivavano i camion pieni di fiaschi di vino, nemmeno con la baionetta si riusciva a tenere indietro i soldati; «La guerra è finita», gridavamo, e ballavamo tra soldati, una gran festa, una festa come la nostra patronale.
Poi 40 giorni a raccogliere nei campi le armi abbandonate, le munizioni, i cappelli di ferro, tutta la porcheria.
Poi mi hanno spedito a fiume contro D'Annunzio.
D'Annunzio aveva conquistato Fiume con i suoi arditi e veniva da noi a rubare i cavalli e le artiglierie che noi dovevamo difendere, tre miei amici sono morti lì, contro D'Annunzio.
La guerra era finita e D'Annunzio faceva il caporione, faceva come l'imperatore di Fiume.
Tra noi dicevamo: «Ma cristu, la guerra è finita e quel rompiballe di D'Annunzio ci fa ancora sparare addosso».
Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Il mondo dei vinti» https://penisolabella.blogspot.com/2024/10/audiolibro-il-mondo-dei-vinti-di-nuto.html
Testimonianze di cultura contadina, la pianura, la collina, la montagna, le Langhe: la fame, il lavoro infantile, l'immigrazione, la convivenza tra partigiani e nazi fascisti.
E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo: l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che figura il paesaggio, nei racconti dei 270 intervistati da Revelli.
La Collina: Testimonianze di vita contadina
Giuseppe Bruna, nato a Vignolo, classe 1898, contadino.
Avevo nemmeno 18 anni, non mi facevo ancora nemmeno la barba, e mi chiamano a fare il soldato negli alpini.
Eh, la guerra!
Noi altri avevamo l'interesse della guerra?
Gli ufficiali ci parlavano della patria, noi altri quando potevamo avere la licenza e venire a casa la patria era quella lì.
Poi è venuto l'armistizio, ero Feltre con la 59ª divisione, alle sei del pomeriggio è arrivato un portaordini con la bandiera bianca.
Arrivavano i camion pieni di fiaschi di vino, nemmeno con la baionetta si riusciva a tenere indietro i soldati; «La guerra è finita», gridavamo, e ballavamo tra soldati, una gran festa, una festa come la nostra patronale.
Poi 40 giorni a raccogliere nei campi le armi abbandonate, le munizioni, i cappelli di ferro, tutta la porcheria.
Poi mi hanno spedito a fiume contro D'Annunzio.
D'Annunzio aveva conquistato Fiume con i suoi arditi e veniva da noi a rubare i cavalli e le artiglierie che noi dovevamo difendere, tre miei amici sono morti lì, contro D'Annunzio.
La guerra era finita e D'Annunzio faceva il caporione, faceva come l'imperatore di Fiume.
Tra noi dicevamo: «Ma cristu, la guerra è finita e quel rompiballe di D'Annunzio ci fa ancora sparare addosso».
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